venerdì 19 dicembre 2008

Chissà cosa ci aspetta...

Gb: la bambina « senza» il gene del tumore al seno
Nascerà settimana prossima. Il suo embrione selezionato per ridurre l'alto rischio ricorrente nella famiglia
(Reuters)LONDRA - Una coppia inglese, se tutto andrà come previsto, potrebbe essere la prima al mondo ad avere una bambina «geneticamente modificata» per vedere drasticamente ridotto il suo rischio di cancro al seno. A predisporre il singolare «lieto evento» sono stati i medici del University College Hospital di Londra, guidati da Paul Serhal, che hanno effettuato speciali screening sugli embrioni da impiantare nel corso di un procedimento di fecondazione assistita, scegliendo quelli privi della forma «mutata» di un particolare gene, il Brca1, che espone al rischio di malattia. Per gli esperti, in questo modo si apre una speranza per tutte le famiglie con una pesante storia di cancro al seno.
EREDITARIETÀ- Il gene in questione sarà infatti eliminato dalla linea familiare, come voleva la coppia. La madre, la nonna, la cugina e la sorella del papà del nascituro - riporta il giornale britannico Daily Mail - sono state colpite dalla malattia. La nascitura avrebbe avuto dunque fra il 50% e l'80% delle possibilità di incappare nella patologia, una volta raggiunti i 20 anni di età. Per questo motivo la coppia ha scelto di rivolgersi ai medici per selezionare un embrione immune dal problema. Altre due coppie si erano presentate per intraprendere questa strada, ma in un caso la gravidanza è fallita, mentre nell'altro la donna si è rifiutata di andare avanti con la procedura. In questo caso, invece, tutto è andato bene. Ad aprile sono stati effettuati gli screening e due embrioni dei cinque che si sono rivelati non a rischio di tumore del seno, sono stati impiantati nell'utero della futura mamma. In Gran Bretagna già mille bebè sono nati utilizzando la tecnica della diagnosi pre-impianto mirata a evitare fibrosi cistica e malattia di Hungtington. Otto centri offrono questi servizi alle coppie con patologie trasmissibili. Nel caso in questione va comunque sottolineato che il gene Brca1 «muatao» espone certamente a un maggior rischio di tumore al seno, ma questa patologia non è prerogativa di chi è portatore di questo gene (non a caso si tratta di uno dei tumori più diffusi) e nella maggior parte di casi sono altri fattori (mancanza di gravidanze o di allattamento al seno, alimentazione sbagliata eccetera) a determinare il maggior rischio di incorrervi.

Quest'articolo è tratto dal Corriere della sera:

http://www.corriere.it/salute/08_dicembre_19/bambina_ogm_tumore_seno_df69b6ec-cdd4-11dd-af32-00144f02aabc.shtml

Un altro grande passo avanti...in casi come questo è poi davvero un sollievo sapere che questa bambina avrà una sorte diversa da quella della sua mamma, della nonna ecc. perchè con l'alto rischio che c'era, sarebbe stato quasi inevitabile, inevece grazie alle tecnologie moderne oggi si può evitare di andare incontro a certe malattie.

Penso che questo sia il campo in cui più di tutti la scienza si sia dimostrata utile ed è per questo che la ricerca e l'innovazione sono importanti, perchè forse un giorno l'uomo riuscirà a sconfiggere quei virus che oggi sono causa di morte, come l'HIV.

Poco alla volta siamo arrivati qui, chissà cosa ci aspetta il futuro...

venerdì 12 dicembre 2008

Preservativi a scuola...si o no?

La scelta di Manchester preservativi a scuola
In Europa un caso molto raro: i condom ammessi solo in alcuni istituti laici o privati. "Eppure la prevenzione è necessaria"di BENEDETTA PERILLI


Da questa mattina nelle scuole laiche secondarie di Manchester è stato avviato un progetto di educazione sessuale che prevede la distribuzione gratuita di preservativi agli studenti dai 13 anni in su. Nel Regno Unito le scuole secondarie sono frequentate da ragazzi tra gli 11 e i 16 anni. Il progetto, che è stato approvato nella fase iniziale dai genitori degli studenti, ha aperto un dibattito molto acceso sul tema dei giovani e della sessualità. Nonostante l'approvazione da parte dei genitori, la scelta finale sull'accettazione dei preservativi e delle informazioni rimane a discrezione degli studenti. Il servizio nella sua fase progettuale doveva essere destinato anche ai ragazzi di 11 e 12 anni, ma fonti dell'amministrazione comunale di Manchester dichiarano che coinvolgere giovani di questa fascia di età in tematiche sessuali potrebbe rischiare l'apertura di indagini giudiziarie. Dura la risposta da parte dei conservatori: il comune incentiverebbe attraverso la distribuzione di preservativi le attività sessuali tra i minori. Ma il progetto è nato in seguito alla diffusione di alcuni dati allarmanti sulle gravidanze giovanili a Manchester e oggi la città ha una media di baby mamme del 50% più alta rispetto al resto del Regno Unito. Come a dire che ogni anno nella città circa 560 ragazze sotto i diciotto anni rimangono incinte. Alti sono anche i dati che riguardano gli aborti: il 28% nel 1998 e il 39% nel 2006. In contemporanea alla distribuzione gratuita di preservativi nella scuole secondarie anche in ottanta scuole primarie laiche della città e in venti istituti cattolici sono partiti dei corsi, dal titolo "Crescere e cambiare insieme", di sensibilizzazione sulle tematiche delle relazioni, concepimento e nascite. E mentre cresce la polemica arriva la risposta di Pauline Newman, responsabile dei servizi per l'infanzia del comune di Manchester: "Le infermiere preposte al servizio di informazione e distribuzione rispondono alle domande dei ragazzi caso per caso e non offrono contraccettivi volontariamente. Tutti i genitori delle scuole che hanno accettato di avviare il progetto sono stati consultati e il personale promuove il dialogo tra figli e genitori sulla sessualità nonostante la scelta finale rimanga dei ragazzi".
Quello di Manchester rappresenta un caso limite nel panorama delle politiche di educazione sessuale. In Brasile, dove il problema non è solo quello delle gravidanze giovanili ma anche quello dell'Aids, un programma simile, destinato a studenti tra i 13 e i 18 anni, è stato avviato in accordo con il Ministero della salute già del 2005; dal 2007 molti istituti hanno installato distributori automatici di preservativi. Nel resto del mondo è soprattutto la scuola superiore ad occuparsi di prevenzione e informazione sessuale dividendo le attività tra corsi extra scolastici e azioni più concrete, frequenti soprattutto negli istituti laici, come l'introduzione di distributori. Negli Stati Uniti sono numerosi gli istituti che offrono, tramite macchine o personale sanitario, profilattici agli studenti: un'analisi comparativa tra le scuole pubbliche che hanno avviato il servizio ed istituti che si sono rifiutati ha dimostrato che gli studenti appartenenti alla prima categoria utilizzano più frequentemente il preservativo durante i rapporti sessuali. Un caso limite si è registrato nel Maine dove, in seguito al crescente numero di gravidanze giovanili, dal 2007 la King Middle School di Portland distribuisce non solo profilattici a ragazzi dagli 11 anni in su ma anche pillole anticoncezionali e iniezioni del giorno dopo per le ragazze. Nel panorama europeo l'introduzione, assistita o automatica, di profilattici nelle scuole secondarie e superiori è al centro di uno scontro molto acceso. Gli istituti che hanno scelto di distribuire gratuitamente profilattici agli studenti sono laiche e private in Spagna, Francia, Germania, Norvegia, Svezia. In Italia nel 2001 il liceo francese di Roma Chateaubriand, in seguito ad una protesta degli studenti, è stato tra i primi a montare due macchine distributrici di preservativi. Grande assente la nostra scuola pubblica. Il nostro lettore Alessandro Previati ci segnala il caso dello scientifico "Giordano Bruno" di Torino. Nel '98, per volere della preside, vennero installati due distributori nei bagni dei ragazzi. "Andarono in rovina per scarso utilizzo" scrive Alessandro. "Ma la maggioranza degli

studenti si schierò con la preside di allora".

Questo articolo è tratto da La Repubblica...
http://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/scuola_e_universita/servizi/condom-scuola/condom-scuola/condom-scuola.html
Si parla sempre più spesso di un aumento di giovani ragazze incinte, e questa è una cosa preoccupante, perchè spesso sono poco più che bambine, 13enni, che forse non sann neppure che cosa hanno fatto, nel senso che hanno avuto esperienze così precoci da non poter averne colto il vero significato (anche se ciò non voglio dire che ci sia un'età giusta per avere rapporti,perchè dipende). Però, quando si è così giovani, aspettare un figlio penso che sia una cosa che in qualche modo ti distrugge la vita. Forse distrugge sembra una parola forte, però penso sia adatta perchè quando si è ragazzi bisognerebbe studiare per crearsi un futuro e divertirsi, non prendersi cura di un bambino, perchè un bambino non può crescerne un altro.
Per questo credo che l'iniziativa presa in alcune scuole sia buona, e non bisogna pensare che così si da un incentivo al sesso tra i più giovani, perchè lo scopo è l'insegnamento dell'uso delle precauzioni, che è una cosa diversa. Non si può impedire a nessuno di avere dei rapporti, ma si possono evitare tante gravidanze non desiderate.

Per una giusta causa

Ciao a tutti! Volete fare qualcosa per stupire i vostri amici e allo stesso tempo aiutare qualcuno?
Dal corriere della sera...Al lavoro in pigiama e tacchi a spillo per combattere la povertà...http://www.corriere.it/cronache/08_dicembre_11/cesviamo_scommetti_progetto_aiutiamo_mondo_55148842-c789-11dd-a4b9-00144f02aabc.shtml
"L'idea è venuta a quelli del Cesvi: l'organizzazione umanitaria che si dedica ai progetti di lotta alla povertà ha lanciato «Cesviamo», il social network che trasforma ogni navigatore in un vero e proprio «fund raiser» in grado di portare aiuto, sostegno e sviluppo dove ce n'è più bisogno. Ciascuno può mettersi in gioco: basta inventarsi una scommessa - più è strana ed estrema, più avrà probabilità di successo - e comunicarla ad amici, colleghi e familiari, invitando tutti a contribuire con una donazione per raggiungere il budget prestabilito (da 25 a 10 mila euro) in un tempo massimo di raccolta. Ogni somma versata per «costringere» lo scommettitore a tenere fede al proprio impegno servirà a finanziare uno dei quattro progetti Cesvi: «Fermiamo l'Aids sul nascere», «Case del Sorriso» (per i bambini orfani e abbandonati), «L'acqua è vita», «Angeli contro la malaria». "
Trova davvero bella questa iniziativa, perchè per aiutare chi ha bisogno basta davvero poco, e spesso ci si può anche divertire stupendo gli altri.
Certo non è poi tuto così semplice, però è strano vedere cosa ci si inventa pur di ottenere un aiuto in più, e poi in alcuni casi è utile perchè un'iniziativa di questo tipo ci può portare a mettere alla prova noi stessi, cosa interessante...
Ridicolizzarsi? no! Divertirsi!

venerdì 5 dicembre 2008

No anche ai disabili.

Diritti dei disabili, il Vaticano non firma la convenzione Onu. «Era previsto»
La Santa Sede conferma che non ratificherà il documento perché non contiene un divieto esplicito dell'aborto

Benedetto XVI (Ansa) CITTA' DEL VATICANO - Dopo il
«no» alla depenalizzazione dell'omosessualità da parte dell'Onu (il progetto di dichiarazione che la Francia intende presentare a nome dell’Unione europea alle Nazioni Unite), il Vaticano esprime il proprio dissenso anche nei confronti della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, entrata in vigore l’8 maggio scorso. Alla vigilia della giornata internazionale delle persone con disabilità, promossa dalle Nazioni Unite sul tema «Dignità e giustizia per tutti noi», la Santa Sede ha confermato, come aveva già annunciato, che non formerà il documento.
ABORTO - La Convenzione Onu sui diritti dei disabili è il primo trattato sui diritti umani del Terzo Millennio ed è stato approvato dall’Assemblea generale dell’Onu nel 2006. Il Vaticano ha partecipato attivamente ai lavori per la stesura del testo, durati cinque anni ma, alla conclusione, si è rifiutata di firmarlo perché il documento non ha inserito un divieto esplicito nei confronti dell’aborto.
«NULLA DI NUOVO» - La mancata ratifica da parte della Santa Sede della Convenzione Onu sui disabili, era nota da tempo, «non c'è assolutamente nulla di nuovo». È quanto ha affermato il direttore della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi. «La posizione della Santa Sede era già stata comunicata dall'arcivescovo Migliore (osservatore della Santa Sede presso le Nazioni Unite, ndr)» ha aggiunto Lombardi.
I MOTIVI DEL «NO» - La decisione era stata ufficializzata già lo scorso marzo e confermata in più occasioni dalla Santa Sede. Tanto da esser stata motivata già nel 2006, attraverso monsignor Migliore. A giudizio della Santa Sede, che si è espressa in tal senso nei vari incontri internazionali per l'elaborazione della Convenzione, i punti critici del testo risiedono negli articoli numero 23 e numero 25 che riguardano la pianificazione familiare e il diritto all'esercizio di questa. In particolare il Vaticano critica l'espressione «salute sessuale e riproduttività» collegata alla disabilità per la nota preoccupazione che in molti paesi i servizi sanitari implichino anche l'aborto. Il problema paventato dalla Santa Sede è che si giunga ad abortire feti di potenziali disabili. «È tragico - ha spiegato a suo tempo Migliore - che in una situazione in cui una imperfezione del feto può essere una condizione per praticare un aborto, la stessa Convenzione creata per proteggere le persone con disabilità da tutte le discriminazioni riguardo all’esercizio dei loro diritti possa essere usata per negare il basilare diritto alla vita delle persone disabili non ancora nate».
«PASSO IMPORTANTE» - Radio Vaticana giudica comunque nel suo sito la Convenzione sui diritti ai disabili «un passo importante sulla via delle pari opportunità per i 650 milioni di disabili del mondo, circa il 10 per cento della popolazione globale, molti dei quali si vedono ancora negare i diritti fondamentali, quali il pari riconoscimento davanti alla legge, la libertà di espressione e di opinione, l’esercizio del voto e altre forme di partecipazione alla vita politica e pubblica».


Questo articolo è tratto dal Corriere della Sera... http://www.corriere.it/cronache/08_dicembre_02/vaticano_disabili_convenzione_onu_4b8092f0-c0a2-11dd-a787-00144f02aabc.shtml
Ci sarà mai qualcosa a cui la chiesa dirà si?????
Dopo quest'ultimo dissenso c'è proprio da pensare no...Si parla di diritto alla vita, ma è possibile non firmare un documento simile perchè oggi, grazie alle tecnologie moderne si possono scoprire le condizioni del feto e scegliere di non partorirlo se non è sano? Forse è meglio non mettere un figlio al mondo se poi non si ha il coraggio o la forza per crescerlo.
Contro l'aborto...perchè è giusto che una donna metta al mondo il frutto di una violenza? o un figlio non desiderato?
Contro gli omosessuali...perchè Dio forse non ci ama tutti allo stesso modo? Ah no...se le persone non fanno ciò che dice la chiesa Dio non le ama... Parla (la chiesa) di uguaglianza e poi, per me, è la prima a non rispettare le sue parole.
Ci sono pregiudizi anche dove non dovrebbero esserci.